L’altra notte, verso le tre, come spesso accade quando tenti di stare un po’ troppo leggero la sera, mi sono svegliato pieno di fame.
Beh, svegliato non è la parola giusta.
E’ più uno stato alterato di coscienza.
A metà tra l’ipnosi e il sonnambulismo.
Ti sembra di capire tutto e di non sapere niente. O viceversa.
Non so se a voi accade,ma io mi ritrovo davanti al frigo o alla dispensa come un robinson crosue vampiresco.
Con un occhio aperto e l’altro no, mi ritrovo a cercare di capire di cosa ho voglia e cosa posso mettere sotto i denti.
Beh, svegliato non è la parola giusta.
E’ più uno stato alterato di coscienza.
A metà tra l’ipnosi e il sonnambulismo.
Ti sembra di capire tutto e di non sapere niente. O viceversa.
Non so se a voi accade,ma io mi ritrovo davanti al frigo o alla dispensa come un robinson crosue vampiresco.
Con un occhio aperto e l’altro no, mi ritrovo a cercare di capire di cosa ho voglia e cosa posso mettere sotto i denti.
Insomma,vi dicevo, l’altra notte la situazione era presso poco questa.
La mia scelta è caduta su un sacchetto di biscotti.
La scelta più indicata se non devi portarli a letto.
Troppe briciole.
Ma se devi sgranocchiare tre o quattro in piedi come un ladro che vuole evitare la vigilanza notturna di mogli e figli, spaventati da rumori insoliti nel cuore della notte, i biscotti, da una scatola già aperta, sono perfetti.
Levo la molletta che tiene piegato il lato aperto, apro l’imboccatura del sacchetto e guardo dentro.
La situazione è questa.
Sono i biscotti preferiti di mio figlio.
Dentro ci sono biscotti interi.
Dentro ci sono biscotti rotti.
Non so voi.
Ma qui nasce un dilemma notturno presto risolto.
Mangio i biscotti interi quelli rotti?
Voi penserete “ma questo è davvero rincoglionito”.
Possibile, appartengo alla generazione dei baby boomer, gente che non ha sempre brillato di luce propria.
Troppo viziati da una mondo che diventava sempre più ricco senza spiegazione.
Vabbè, ma qui il rincoglionimento generazionale non centra.
La domande è seria.
I biscotti aggiustati sono sempre meglio di quelli rotti.
Hanno tutta la loro forma.
Hanno il galletto stampato sopra.
Hanno i granelli di zucchero belli appiccicati.
Tutto parla della loro bontà.
Quelli rotti no.
Sono gli ultimi del mondo dei dolci.
Angoli sbordati.
Croste sperse.
Pezzi mutilati dei loro acini di zucchero.
Schegge senza né testa né coda del gallo.
Troppo bruni o troppo chiari per mantenere la loro promessa di squisitezza.
Si certo, per un adulto tutto ciò è irragionevole.
Un pezzo di biscotto è un pezzo di biscotto.
Come una goccia d’acqua da un bicchiere rimane rappresentativa di tutta l’acqua.
Una molecola ha le stesse proprietà di tante molecole assieme.
Ma questo è quando sei sveglio.
Quando la ragione indica le ragioni al cuore.
Ma quando sei semi-addormentato e i circuiti neuronali funzionano un po’ come una vecchia Trabant e lasciano comandare alla pancia, succedono cose strane.
E’ l’anima a darti le risposte.
Forse per questo le poesie più languide nascono di notte.
Perché il cervello si fa un po’ in là e rinuncia,più o meno volentieri, al suo ruolo di timoniere.
La mia pancia voleva i biscotti e la mia pancia ha deciso di mangiare quelli rotti.
Meno attraenti.
Meno simpatici.
Più da “lasciamoli per qualcun altro”.
Questo è la cosa che mi ha colpito.
Non ho dovuto pensare a cosa fare.
La mia pancia sa che mio figlio preferisce o avrebbe preferito quelli interi.
Sapeva che in verità mangiare quelli rotti non solo avrebbe nutrito lei ma in qualche piccolo modo avrebbe anche nutrito l’anima.
Sapeva che una rinuncia piccola e segreta ma forse proprio per questo inutile da fare avrebbe lasciato più contento un bambino, che poi sia mio figlio o il figlio di altri è incidentale.
Perché credo che quando ci si priva di qualcosa, anche piccolo, perché qualcuno sarà un po’, anche appena appena appena un po’, più felice ci si nutre l’anima e si sfiora il significato del nostro essere a questo mondo.
Si capisco, sto parlando di un evento talmente marginale da sfiorare il comico o il ridicolo.
Ma per me l’altra notte è stata una minuscola epifania.
Quando lascio che davvero parli il cuore, la scelta è giusta senza possibilità di appello.
La mattina mi sono svegliato e sul notes che tengo sempre sul comodino ho trovato scritto di sghimbescio “ non dimenticare i biscotti rotti”.
Non me ne sono dimenticato.
Devo solo tenerlo a mente più spesso.