Il mio Blog e il mio sito diventano una sola cosa...www.sebastianozanolli.com

Ciao....il mio blog ed il mio sito diventano una sola cosa.

Da oggi, 17 Settembre 2009,

www.sebastianozanolli.com raccoglie tutto. Opinioni, spunti, strumenti, commenti, dati e date, appuntamenti, foto, files...

Insomma...questo blog che mi ha dato tanti amici e soddisfazioni cambia indirizzo....ma non cambia anima.

Ci mancherebbe...

Grazie per l'affetto. Davvero.

Sebastiano

venerdì 21 novembre 2008

UNA GIORNATA MERAVIGLIOSA

Oggi è stata una giornata dura.
Raffreddore, febbre, tosse.
Meeting, clienti scontrosi, colleghi preoccupati, mogli di corsa e figli richiamati dai professori.
Auto guaste, traffico e nebbia, la multa di un ente su alcune gabelle di 10 anni fa dimenticate da una agenzia distratta.
Una giornata dura.
Stancante e logorante come un cappotto vecchio che non scalda per nulla.
Telegiornali sciamanti notizie ripiene di ansia.
Pil in calo, inflazione, deflazione, stagflazione, mib, euribor, pedofilia e aggiotaggio.
Scioperi e abigeato.
Una giornata dura.
Torno tardi.
Quasi l'una.
La caffeina mi tiene sveglio: 7 caffè.
Un record.
Mi batte la tempia come se fossi ad un concerto tecno.
Vibro come una bandierina di mare agitato.
Una giornata dura.

Guido piano, il sonno mi stende.
Penso tutto il male possibile...
Ma quando tutto cade ecco una corda.

Accendo la radio.Sento un programma.

Una intervista che mi torce il cuore e l'anima.

Si chiama Nedo Fiani.

Arrivo a casa.
Non ho diritti,
non ho stanchezza nè tosse,
nè scuse nè alibi per non scrivere.

Non posso stendermi sotto delle lenzuola pulite e calde se prima non do un cenno di vita.
Vero.
Che mi dimostri che sono un uomo.

Devo dirmi qualcosa.

Voglio dirmi che oggi è andato tutto bene,
che ho avuto la mia parte di gioia non guadagnata.

Che oggi non ho attraversato l'Europa in un vagone bestiame al freddo e al buio.
Che oggi non ho dovuto abbracciare mia madre per abbandonarla per sempre.
Che oggi non ho dovuto spogliarmi e spidocchiarmi o defecare in pubblico con altri centinaia di persone.
Che oggi non ho visto morire centinaia di bimbi sani.
Che oggi non ho avuto in premio una legnata per il solo fatto di esserci.
Beh...E' già molto.
Ma non ho fatto molto perchè non si ripeta.
Scrivere è un primo passo.
Solo un primo passo. E si doveva fare prima di riposare.
Prima che passi la tosse.
Prima che il Mib risalga.

Perchè oggi è stata una giornata meravigliosa.

Grazie Signor Nedo.

Nedo Fiano nel 1944 aveva 19 anni, fu arrestato, internato a Fossoli, e quindi deportato in Germania, ad Auschwitz assieme al padre alla madre e ad altri familiari: erano in undici e ritornerà soltanto lui.

Fiano racconta con crudo realismo il terribile viaggio di una settimana in un carro bestiame sovraffollato, con soltanto il pochissimo cibo che erano riusciti a portarsi e con una sosta ogni giorno: tutti giù dal treno per i bisogni corporali, l'uno vicino all'altro sulla massicciata ferroviaria vincendo ritrosia e pudore; racconta come avesse intravisto il fianco nudo della madre e come ciò lo avesse sconvolto.

Nell'interminabile viaggio, soltanto nel suo vagone, un vecchio era morto e due neonati continuavano a piangere non trovando più latte a sufficienza dalle madri.
Poi l'arrivo ad Auschwitz nella notte, e all'alba il violento scarico, perché questo è il termine più appropriato, dei deportati dal treno, con le SS con randelli e cani che urlavano ordini per la gran parte incomprensibili e separavano in gruppi i deportati.

Faceva impressione sentire Nedo Fiano, che il tedesco lo conosce bene, ripetere con realismo questi ordini quasi latrati.
Nonostante il viaggio terribile il padre di Fiano scese dal treno con la giacca, il colletto duro e il cappello.

La madre fu separata dagli uomini e messa nel gruppo che, si seppe dopo, sarebbe stato immediatamente portato alle camere a gas, sterminato e bruciato nei forni.
Pur non conoscendo con esattezza il suo destino, la madre capì che quella era l'ultima volta che vedeva il figlio e si abbracciarono con le facce inondate di lacrime.
Il momento più terribile in assoluto, dirà Fiano rispondendo alla domanda di un ragazzo.

Poi la vita nel campo e l'episodio che lo aveva “miracolato” ed aveva consentito la sua sopravvivenza: all'inizio, ad una ispezione, un maresciallo delle SS chiese chi fra i prigionieri conoscesse bene il tedesco per fare da interprete, Fiano racconta che si sentì come sospinto dal nonno (morto alcuni anni prima) che aveva molto insistito affinché il recalcitrante nipote imparasse il tedesco.
Si presentò davanti al maresciallo che lo interrogò e che rimase come folgorato apprendendo che era nato a Firenze, evidentemente da lui conosciuta ed ammirata.

Sta di fatto che venne messo nel gruppo degli interpreti, un centinaio di uomini, che avevano l'incarico di essere presenti e di dare istruzioni all'arrivo dei convogli dei deportati, di notte e di giorno.
Un incarico fisicamente meno pesante dei lavori in cava o nelle fabbriche degli altri prigionieri.

Poi la descrizione della catena ininterrotta dello sterminio di massa: ad Auschwitz si è arrivati a gassare e bruciare fino a diecimila esseri umani al giorno, all'aperto quando i forni non ce la facevano: l'arrivo dei convogli, la selezione dei più deboli, non utili ai lavori forzati, il trasporto ai “bagni”, mille alla volta, l'obbligo di denudarsi nella promiscuità completa (un grave shock per persone strappate alle abitudini borghesi, sbattute nell'inferno e trattate come non-persone), le scarpe da legare fra di loro con le stringhe, per ritrovarle più facilmente dopo il bagno, dicevano, gli abiti appesi, e ricordatevi il numero.
Poi nella camera delle “docce”, le camere a gas: le luci si spegnevano e veniva introdotto il micidiale Ziklon B che però non uccideva istantaneamente, ci volevano cinque minuti, cinque minuti di agonia atroce e nessuno può immaginare cosa quelli che venivano uccisi potevano provare.
Poi i “Sonder Kommando”, le squadre speciali dei prigionieri addetti al “trattamento” dei cadaveri, tutti destinati ad essere a loro volta uccisi.
I cadaveri nudi venivano ispezionati, ano e vagina, per vedere se non avevano dei preziosi nascosti, venivano strappati i denti d'oro, alle donne venivano tagliati i capelli.

Poi i cadaveri venivano sbattuti su delle specie di barelle, portati con il montacarichi al piano superiore ed infilati nei forni crematori: 50 minuti a trecento gradi e dal fondo dei forni veniva scaricata la cenere che poi veniva trasportata con camion ribaltabili e buttata nella Vistola.

Pare che i pesci apprezzassero molto questa pastura umana...

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Grazie Sebastiano, perché questa mattina tutto mi sembrava un po' più noiso del solito, e la mia vita un po' meno bella. Ed ora, dopo averti letto, so che questa è una giornata meravigliosa. E che, ancora una volta, stupidamente, stavo per dimenticarmene.

Anonimo ha detto...

Ancora una volta grazie Sebastiano. Grazie per questa doccia fredda che mi risveglia dalla tiepida mediocrità con cui avevo iniziato questa giornata.
Davide

Anonimo ha detto...

Grazie Seba, grazie che mi hai fatto uscire per un po' dalla frenesia, dalle cazzate quotidiane...e mi hai fatto entrare in un altro "mondo"...bacio Ale

Anonimo ha detto...

Caro Sebastiano, ti capisco.Durante la mia infanzia ho ascoltato i racconti di un nonno che ha combattuto in Africa e di uno zio che è sopravvissuto alla ritirata dalla Russia. Mio padre ha accompagnato più volte me e i miei fratelli a Salisburgo dove è seppellito un fratello di mio nonno, ragazzo del '99, morto di fame, prigioniero, durante la prima guerra mondiale. Quando mi sembra che niente vada come dovrebbe penso a loro, prego per loro, e mi sento veramente fortunata ad essere qui con la mia famiglia, nella mia casa, al caldo e con la dispensa piena di cose anche inutili. Ringraziamo e pensiamo più spesso a chi ha combattuto e sofferto ed è stato artefice della nostra libertà!
Felice giornata.
Paola

Mirka ha detto...

Mi piace sempre leggere queste cose, mi piace perchè è importante ricordare, mai dimenticare...mai dimenticare che la nostra esistenza oggi è una fortuna, ogni giorno è un regalo. Ogni giorno non si può non sorridere.
Grazie.

Il video di presentazione di "Io, societa' a responsabilita' illimitata"

Un Video che vale : Last lecture di randy Pausch

- "Ogni ostacolo, ogni muro di mattoni, è lì per un motivo preciso. Non è lì per escluderci da qualcosa, ma per offrirci la possibilità di dimostrare in che misura ci teniamo. I muri di mattoni sono lì per fermare le persone che non hanno abbastanza voglia di superarlo. Sono lì per fermare gli altri".