Il mio Blog e il mio sito diventano una sola cosa...www.sebastianozanolli.com

Ciao....il mio blog ed il mio sito diventano una sola cosa.

Da oggi, 17 Settembre 2009,

www.sebastianozanolli.com raccoglie tutto. Opinioni, spunti, strumenti, commenti, dati e date, appuntamenti, foto, files...

Insomma...questo blog che mi ha dato tanti amici e soddisfazioni cambia indirizzo....ma non cambia anima.

Ci mancherebbe...

Grazie per l'affetto. Davvero.

Sebastiano

domenica 26 ottobre 2008

CARISSIMO SEBA.......

Carissimo Seba,

ho riletto le riflessioni raccontate in “Giusto e sbagliato” .


Mi vengono spontanee alcune considerazioni
e a mia difesa, pure delle giustificazioni.

Si giustificazioni!

Perché entrambi sappiamo e come parte citata, io ancor più,
di non essere stato quel papà distributore di saggi consigli.

Forse mi sarebbe piaciuto esserlo,

ma non è nel mio stile
attribuirmi meriti per massime da sempre imparate da tutti,
anche se riconosco in esse “antica saggezza” e validità.

E’ difficile anche distribuire, insegnare,
proprie esperienze e proporle ad esempio.

Quel buon padre nulla rischiava nell’elargire consigli.

Tutti collaudati,
navigati nel tempo
e sopravvissuti ,
perché giusti.

Erano e sono ancora sapienza di popolo,
ricevuta gratuitamente,
perciò dovuta a tutti in ugual maniera.

Certo, avrei dovuto operare come quel papà
che giustamente ha indicato ai figli
quel che a lui era stato insegnato,
senza aggiungere altro,
forse non potendo aggiungere altro.

Ma io non potevo farlo.

Non potevo insegnare ciò che non sapevo.

Il papà l’ho avuto quasi per sentito dire.

Una figura desiderata,
ma mai conosciuta,
se non come in una favola raccontata:

“C’era una volta un papà..”.

Favola riempita di cari aneddoti
che tali sono rimasti,
lontani nel tempo,
dove il protagonista ha sempre avuto incerte sembianze
accompagnate da nebbiosi e lontani ricordi.

Sono cresciuto senza consigli,
con poche attenzioni,
in un terreno privo di percorsi,
senza cartelli indicatori,
incolto,
dove particolari esigenze
e sensibilità erano del tutto ignorate.

Tanti fratelli, ma non un solo maestro.

Ho attraversato la giovinezza con passo veloce,
con agire istintivo
e pensiero intuitivo,
angosciato e senza finalità.

Così, come il tempo passa e si ripete senza porsi perché.

Forse per questo, sono persona particolare.

Me ne rammarico,
mi sarebbe piaciuta la normalità.

Usando un termine riguardoso e compiacente
potrei definirmi “Fatto così, a modo suo”.

Certamente esulo da un comportamento standard, lo riconosco.

Particolare nel propormi,
nell’agire,
nel veicolare opinioni e pensieri,
e vero di poche parole.

Ma caro Sebastiano,

posso assicurarti

che la fiamma dell’amore per tutti voi,

ha alimentato ,

rischiarato costantemente

e con viva luce il mio andare.

E’ stato un vivere faticoso,
frenetico,
spesso caparbio,
anche caotico,
ma a differenza del giovanile passato,
ho sempre avuto avanti a me
un’agognata e legittima meta.

Un tempo prefissato,
stabilito per raggiungere e concretizzare
questo desiderio.

Il tempo della vigoria ,
dell’entusiasmo
e della speranza.

Erano tante le aspirazioni
e contenevano il mio sogno,
un sogno senza grandi pretese,
fatto di cose semplici ma tangibili,
cose desiderate da sempre e da tutti,
quali

amore,

felicità,

benessere,

sicurezza per noi .

Poi, ma per importanza non ultimo,
il raggiungimento della serenità,
mai posseduta e sempre voluta.

Atto finale, compendio di una vita,
da trascorrere in pacifica armonia
con tutto e tutti,
in un luogo dove anche il tempo,
non più incalzato dalla nostra frenesia
e manipolazione,
disponesse della facoltà di riposare e non più fuggire.

Luogo appagante dove il pensiero,
libero da preoccupazioni
godesse dei piaceri familiari
e cibarsi del dolce alimento di un soddisfatto,
appagante
e appagato pensare.

Certamente questo vecchio modo di raccontarsi,
oramai superato,
fa un po’ sorridere,
ne convengo,
ma questo è il frutto del mio bagaglio culturale,
altri non ne conosco,
chiedo scusa,
forse avrei dovuto aggiornarmi.

Pazienza!

Il vostro è un mondo dal pensare e dall’agire rapido,
e noi anziani non abbiamo più queste scattanti peculiarità.

Sono proprie della gioventù
e sono oltremodo necessarie
in questo innovativo mondo
che sta creando il nuovo uomo.

L’uomo tecnologico.

Speriamo sia un’evoluzione positiva,
qualificante
e anche di miglioramento spirituale.

Ho apprezzato il desiderio,

manifestato in “Giusto e sbagliato”

di parlare con me.

Ho gradito che anche tu,
espressione del vivere moderno,
senta il bisogno di conoscere meglio,
approfondire la conoscenza del mio piccolo mondo,
dei tanti piccoli mondi oramai andati.

Fallo sempre.

Quando ti capita l’occasione
non lasciartela fuggire,
raccogli il vero passato,
immagazzina tutto ciò che puoi,
prima che si allontani
e che il ricordo possa svanire.

Il mio mondo è quello che ha permesso il tuo.

Il mio passato è stato alimento per il tuo presente.

Riponi con ordine questi ricordi, ti potranno giovare.

Il tempo ha trasformato l’uomo,
l’ha rivestito di mille ambizioni,
mille conoscenze.

Ma se lo spogli, troverai quello di sempre,
l’uomo ancestrale,
debole,
indifeso
e pieno di paure.

Come vedi, finalmente sono riuscito a dare dei consigli,
certamente pure questi ovvi,
ma con una qualità:

La sincerità.

Ciao

papà

Ottobre 2008

domenica 19 ottobre 2008

CHI HA UN AMICO...

Chi ha un amico
ha risolto parecchi problemi.
Chi ha un amico
sa che non serve esserci per contare.
Chi ha un amico
sa che prima o poi
troverà la maniera per sdebitarsi
di un debito che non ha un proprietario.
Chi ha un amico
trova la maniera
di fidarsi del suo futuro
anche se non ci sono buoni motivi per farlo.
Chi ha un amico
è fortunato
e bravo allo stesso tempo.
Chi ha un amico
è un po' più uomo
ogni volta che è più disperato.

sabato 18 ottobre 2008

domenica 12 ottobre 2008

GIUSTO E SBAGLIATO

Che strano come il giro del tempo
ti ritorca come un filo
e ti faccia ritrovare
la fine con l'inizio.

Hai un bel da fare
a provare a giustificare
tante azioni spavalde,
tanti atteggiamenti ribelli,
tanti "no" detti in gioventù
quando i molari ti cominciano a fare male uno dopo l'altro,
segno odontoiatrico che i giorni passano
e i denti, inevitabilemente,
tendono a cadere.

E così... Nella sala d'attesa del dentista...
I pensieri gironzolano... Si tamponano...
Scappano via e ritornano.

Com'è che fa quella riflessione?...
'A quindici anni tuo padre ha sempre torto...
A venti è uno stronzo...
A trenta a volte aveva ragione...
A quaranta fai tutto come diceva tuo padre...'

Provo a impilare le cose che mi diceva...


Lavorare per te
è la cosa da fare.

Alzati presto e vai a letto tardi
se vuoi che rimanga qualcosa.


Non spendere mai più di quello che guadagni.

Non cambiare stile di vita
solo perchè hai una lira in più in tasca.


Preoccupati degli altri,
ma non preoccuparti
di quello che pensano di te gli altri...

Chi conosce poche parole
si trova ad ubbidire a chi ne sa tante...


Certo alcune le ha anche sbagliate... Ma...

... Ma quella sulla finanza no...
Una casa è sempre una casa...
La carta a volte ritorna carta...

Sarà il dentista che mi aspetta...
Sarà che mio padre parlava poco
e quindi così sbagli anche poco...
Ma avrei voglia di stare lì
a parlare con mio padre
e dirgli che ha sbagliato poco...
A una certa età sono certo che fa piacere
sentirselo dire da un figlio...

Facciamo una raccolta di cosa hanno detto
di giusto o sbagliato i nostri papà?

giovedì 9 ottobre 2008

Semplicità ed essere in forma.

Semplicità... Semplicità... Semplicità...

Ho sempre l'impressione
che sia collegata
alla possibilità di avere
idee chiare...

Ed avere idee chiare
per me
è stato sempre connesso al fatto
di sentirmi bene fisicamente...

Coerenza di testa e corpo...

In forma insomma.

Lancio la palla a chi legge...

Una definizione di 3 righe di "essere in forma"....

Me la date?
Sebastiano

venerdì 3 ottobre 2008

'Volevo solo tenere a posto.'

L'omino pensionato che zappa con cura
le quattro aiuole pigre e di nessuno
che giacciono silenziose e scapigliate
lungo la strada
che come un nastro trasportatore
ti trascina verso il posto di lavoro,
sembra pensare ad un mondo spaziale tutto suo.

Gli passo accanto, ma è come fossi trasparente.

Le erbe che crescono disordinate
in ogni fessura
che il cemento dimentica di stuccare
vengono trovate, identificate, estirpate
dalla sua mano ruvida e callosa
figlia di anni di piccoli calvari personali,
di solitudini lavorative,
di vuoti di significato.

Torno sui miei passi.

Le aiuole non sono sue.
Lui ha un giardinetto li di fronte,
piccolo e ordinato come le vie dell'Alto Adige.

I sassi pettinati nel vialetto e gli attrezzi
sempre in ordine di grandezza come le matrioske.

Torno suoi miei passi e sorrido.

"Grazie" gli dico.

Mi guarda e sorride confuso.

Mi parla in dialetto, piano, sbiascicato,
dandomi solo uno sguardo timido.
Balbetta di erbe, di autunno, di 'Meglio se tutto è in ordine'...

"Grazie per occuparsi di queste aiuole" dico io.

I pantaloni della tuta
e le maniche della vecchia, stralunata e fuoriorario felpa
che lo copre dai primi freddi, smangiucchiata sui polsini,
parlano di ore lunghe e povere
a fare passare la lancetta della sveglia
per affrettarla verso la fine della giornata.

Non capisce bene.

Devo essere il primo che lo ringrazia.
O forse che gli parla.

Borbotta del tempo, del rastrello, poi tace.

Si immobilizza e appoggia la zappa
sull'unico albero guardiano dell'aiuola.

"Lo sa?" , traduco dal dialetto, "Sono andato in comune
per chiedere se potevo curare tutte le aiuole della strada,
e se mi prestavano una zappa e una vanga, qualche attrezzo".

" E poi? " Chiedo incuriosito.

" E poi" mi risponde agitato "Mi hanno detto di no,
che non devo farlo io. Che non è un affare mio.
Ma perchè allora qui è tutto lasciato andare?
Io mica volevo soldi, volevo solo tenere a posto"
dice tirandosi su sulla schiena.

"Beh" continua riprendendo la zappa "Io li ho fregati,
e tengo a posto lo stesso con gli attrezzi miei".

Lo guardo. Nel bagaglio ho una felpa nuova.
Sta meglio a lui.
Molto meglio.
In fondo voleva solo tenere a posto.

Il video di presentazione di "Io, societa' a responsabilita' illimitata"

Un Video che vale : Last lecture di randy Pausch

- "Ogni ostacolo, ogni muro di mattoni, è lì per un motivo preciso. Non è lì per escluderci da qualcosa, ma per offrirci la possibilità di dimostrare in che misura ci teniamo. I muri di mattoni sono lì per fermare le persone che non hanno abbastanza voglia di superarlo. Sono lì per fermare gli altri".