L'omino pensionato che zappa con cura
le quattro aiuole pigre e di nessuno
che giacciono silenziose e scapigliate
lungo la strada
che come un nastro trasportatore
ti trascina verso il posto di lavoro,
sembra pensare ad un mondo spaziale tutto suo.
Gli passo accanto, ma è come fossi trasparente.
Le erbe che crescono disordinate
in ogni fessura
che il cemento dimentica di stuccare
vengono trovate, identificate, estirpate
dalla sua mano ruvida e callosa
figlia di anni di piccoli calvari personali,
di solitudini lavorative,
di vuoti di significato.
Torno sui miei passi.
Le aiuole non sono sue.
Lui ha un giardinetto li di fronte,
piccolo e ordinato come le vie dell'Alto Adige.
I sassi pettinati nel vialetto e gli attrezzi
sempre in ordine di grandezza come le matrioske.
Torno suoi miei passi e sorrido.
"Grazie" gli dico.
Mi guarda e sorride confuso.
Mi parla in dialetto, piano, sbiascicato,
dandomi solo uno sguardo timido.
Balbetta di erbe, di autunno, di 'Meglio se tutto è in ordine'...
"Grazie per occuparsi di queste aiuole" dico io.
I pantaloni della tuta
e le maniche della vecchia, stralunata e fuoriorario felpa
che lo copre dai primi freddi, smangiucchiata sui polsini,
parlano di ore lunghe e povere
a fare passare la lancetta della sveglia
per affrettarla verso la fine della giornata.
Non capisce bene.
Devo essere il primo che lo ringrazia.
O forse che gli parla.
Borbotta del tempo, del rastrello, poi tace.
Si immobilizza e appoggia la zappa
sull'unico albero guardiano dell'aiuola.
"Lo sa?" , traduco dal dialetto, "Sono andato in comune
per chiedere se potevo curare tutte le aiuole della strada,
e se mi prestavano una zappa e una vanga, qualche attrezzo".
" E poi? " Chiedo incuriosito.
" E poi" mi risponde agitato "Mi hanno detto di no,
che non devo farlo io. Che non è un affare mio.
Ma perchè allora qui è tutto lasciato andare?
Io mica volevo soldi, volevo solo tenere a posto"
dice tirandosi su sulla schiena.
"Beh" continua riprendendo la zappa "Io li ho fregati,
e tengo a posto lo stesso con gli attrezzi miei".
Lo guardo. Nel bagaglio ho una felpa nuova.
Sta meglio a lui.
Molto meglio.
In fondo voleva solo tenere a posto.
Soddisfazione = Risultato – Aspettative
-
Perché, secondo me, alzare troppo le aspettative è dannoso nella ricerca e
nella gestione delle persone nelle organizzazioni
The post Soddisfazione = Risu...
1 mese fa
4 commenti:
... senza parole... alle volte in silenzio .... con pochi gesti in un mondo sovraffollato di comunicazione... si possono fare e capire molte più cose.... Grazie Sebastiano
grazie Seba, grazie perchè hai sempre la capacità di stupirmi (e credo ognuno di noi dovrebbe lasciarsi stupire un po' di più....) grazie per l'omino che in "fondo voleva solo tenere a posto"..come semplici parole possono diventare grandi insegnamenti...bacio Ale
... Mi è venuto in mente il giardino del condominio dove abita un amico: 9 famiglie, quasi tutti fuori x tutta la settimana. Il giardino è curato da due persone che di tempo ne hanno zero. C'è un signore non anzianissimo che potrebbe prendersene cura, che si lamenta spesso del periodo economicamente difficile che deve sostenere.... Ma nemmeno pagandolo al posto di un giardiniere ci metterebbe una mano x 'tenere a posto'. Al mio amico sembrava una doppia soluzione, invece niente. Un 'bravo' a tutti quelli che tiran su una cartaccia senza nome fuori del portone, che raccolgono il vaso dei fiori dei vicini quando cade, che 'curano qualcosa di interesse comune' senza aspettarsi il 'grazie' o 'l'obolo'. Grazie Sebastiano, Marco
"Spazza davanti alla porta di casa tua e tutta la città sarà pulita", è un famoso proverbio arabo. Ed è la traccia di chi in questo mondo cerca "in fondo" - spesso con fatica - di "tenere le cose a posto". Poi ci sono persone che non si limitano alla propria casa. E curano il giardino degli altri. Alcuni li definiscono altruisti, altri santi, altri ancora pazzi. E' in quell'"in fondo" che si trova il perché.
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