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Ciao....il mio blog ed il mio sito diventano una sola cosa.

Da oggi, 17 Settembre 2009,

www.sebastianozanolli.com raccoglie tutto. Opinioni, spunti, strumenti, commenti, dati e date, appuntamenti, foto, files...

Insomma...questo blog che mi ha dato tanti amici e soddisfazioni cambia indirizzo....ma non cambia anima.

Ci mancherebbe...

Grazie per l'affetto. Davvero.

Sebastiano

domenica 25 gennaio 2009

Una legge per i distretti di P.Nicoletti - Introduzione e Conclusione di Sebastiano Zanolli























Pierantonio è stato davvero gentile.

Mi ha chiesto una prefazione al suo libro.

Non è la prima volta che lo faccio ma questa volta mi ha fatto davvero piacere.


Primo perché Pierantonio ha una reale passione per ciò che scrive e come diceva Balzac :
“ le passioni non fanno mai calcoli sbagliati”.


Secondo perché anche io sono un figlio ribelle e prodigo di quei distretti che Pierantonio si accanisce a difendere e spronare.

Non posso aggiungere materiale a quanto troverete più avanti. La materia è densa è profonda e non vi mancheranno riflessioni, dati, suggerimenti e buone pratiche. Quello che posso provare a fare e scrivere è piuttosto una scivolata sul ghiaccio dei comportamenti umani.
Parametrare individualismo e cooperazione e scoprire che molte cose non sono più uguali sotto il sole del mercato totale.

Non so se avete sentito parlare dell’ «Ultimatum Game».

E’ un gioco di economia e di comportamento.

Sebastiano vien consegnata una somma di denaro.
Sebastiano deve dividere il tutto con Pierantonio e quindi deve fare una proposta di spartizione a quest’ultimo.

Se Pierantonio accetta, tutto bene, ma se rifiuta entrambi perdono tutto.

Sapete come finisce di solito?
Tutti gli esperimenti eseguiti indicano che quando i Sebastiani offrono meno del 25 per cento, i Pierantoni la rifiutano quasi sempre.
Cioè Pierantonio, anche a costo di non guadagnare punisce Sebastiano, se gli sembra che la spartizione sia “ingiusta”.
Gli economisti nominano questo comportamento «punizione altruistica».
Chi la fa perde ma da una lezione di altruismo e cooperazione a chi è troppo egoista.
Se si continua, cambiando i giocatori, si vede che gli Sebastiani penalizzati imparano la lezione e offrono di più.
L`Ultimatum Game ci mostra il fondamento della cooperazione sociale.
Come anche il meccanismo della reputazione.
Se la cultura maggioritaria premia i comportamenti altruistici si sviluppa una spinta forte che incoraggia la cooperazione.
D’altra parte sappiamo che anche la presenza di poche persone troppo individualiste che approfittino della situazione distruggono il funzionamento virtuoso della cooperazione.
E’ opinione degli economisti sperimentali che se non viene praticata la “punizione altruistica”, la sola evoluzione culturale non è in grado di generare la cooperazione nei grandi gruppi.
Visto che non si tratta di punizioni in senso stretto ma soprattutto di rimprovero sociale benvenga il libro di Nicoletti.
E’ un passo importante per distinguere chi coopera da chi non lo fa .
Per dire che il benessere di ognuno passa per il benessere di tutti…quelli che partecipano e non delegano.
Il principio della responsabilità individuale appare qui in tutta la sua statura ed importanza.
Che implica il buon bilanciamento di libertà e responsabilità d’uso.
Sturzo diceva che i concetti si co-appertengono.
Ed infatti il binomio libertà-responsabilità assume un'importanza decisiva per chi vuole affrontare le sfide imprenditoriali del giorno d’oggi.
Responsabilità è un vocabolo intercambiabile con equilibrio e realismo. Ciò permette di vedere con sufficiente chiarezza quel che va fatto e quello che, invece, non si deve fare.

Ne saremo capaci? Le aziende, possono, se vogliono, dare il “LA” allo sviluppo di una visione prima locale e poi globale. Chiedendo a tutti gli attori di fare crescere il sistema prima e all’interno creare profitto.
L'azienda singola si assicura i vantaggi nati da questa crescita.
Non importa se il sistema è determinato geograficamente o produttivamente quello che conta è che si è accettato di sostituire in tutto o in parte un modello competitivo con uno collaborativo.
I vantaggi della collaborazione poi derivano dal superiore livello di comunicazione tra fornitori e clienti, ma non solo.
Tanto per citare alcuni punti di facile comprensione: la maggiore capacità commerciale e di comunicazione verso il pubblico ed i consumatori e clienti; la moltiplicata capacità contrattuale nel nella negoziazione con enti ed organizzazione esterne; la gestione ridotta di scorte di magazzino e la velocizzazione degli incorsi di lavoro delle commesse; le partnership su ricerca e innovazione.
I distretti hanno bisogno di una creazione di canali di scambio e di nuovi meccanismi di acquisizione di nuove conoscenze.
E questo significa prima di tutto aprirsi senza la sicurezza di una contropartita immediata.
Serve un approccio disinibito a nuovi partners internazionali.
Approccio in entrata ed in uscita.
Ma non vi sono garanzie di sorta. Non vi sono mai state nemmeno prima.
Abbiamo solo avuto un lungo periodo di vacche grasse in cui il rischio ha sonnecchiato e noi abbiamo scambiato questo periodo con l’eternità. Ora è tornato per rimanere.
Aprirsi verso l'esterno è inevitabile per innescare un'evoluzione.

Il testo della Finanziaria 2006 recita che i distretti sono “libere aggregazioni di imprese articolate sul piano territoriale e sul piano funzionale, con l’obbiettivo di accrescere lo sviluppo delle aree e dei settori di riferimento ...”

Già di per sé contiene dei semi positivi che indicano crescita e sviluppo ma semi che hanno bisogno di un terreno adatto.
Libere aggregazioni.
Espressioni di volontà.
Comprensione che il bene comune non è l’opposto di sviluppo personale.
Il singolo imprenditore deve addossarsi la responsabilità delle creazione di un futuro migliore per sé e per gli altri.
Ed anche per le generazioni future perché è dove avverrà la sua opera ed è anche un mezzo attraverso cui avverrà la sua opera.
Ma da solo non potrà essere efficace nel turbine economico odierno. L’imprenditore molto spesso presenta infatti uno spiccato spirito individualista ed accentra in sé tutte le funzioni aziendali.
Norberto Bobbio, diceva: “La democrazia vive di buone leggi e di buoni costumi” e io oserei dire la stessa cosa per i Distretti.
Buone leggi e anche buone modalità comportamentali. Nel testo di Nicoletti vedrete le prime.
C’è bisogno anche delle seconde.
C’è bisogno dell’io di imprenditori che collaborano per costruire obiettivi comuni e realtà a volte diverse e a volte uguali. Ma c’è bisogno del noi. Quello vero. Quello originale Il tuttofare nostrano quando si incontra il globale muore schiacciato dalle pressioni dei giganti affamati. Serve allora un uomo differente, capace di reale novità e in alcuni casi di un ritorno al passato.

Quando la collaborazione era sinonimo di sopravvivenza.

E l’egoismo sterile comportamento destinato a perire con il suo proprietario alla prima carestia. Non siamo agli inizi di un nuovo medioevo, questo senz’altro no, ma la situazione è nuova, ed il nuovo porta pericoli ed opportunità, in egual misura.
Qualcuno si è dato da fare per preparare strumenti utili a cadere dalla parte più buona.
Qualcuno si è dato da fare per renderli fruibili ed accessibili.

Qualcuno si è dato da fare per portarli a conoscenza di tutti.
Beh, c’è gente di buona volontà…
apriamogli la porta.

Buona lettura e soprattutto buona azione.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Sebastiano, va fatto un salto culturale. Vedo anch'io tanto individualismo, oppure chi si apre e prende qualche fregatura si richiude a riccio. E' la "rete" che può fare la differenza, una rete dove si condividono valori e informazioni, quindi trasprenza ed etica dell'agire. Ho organizzato un incontro per discutere su questo. Vediamo cosa ne uscirà. Proviamoci.

Il video di presentazione di "Io, societa' a responsabilita' illimitata"

Un Video che vale : Last lecture di randy Pausch

- "Ogni ostacolo, ogni muro di mattoni, è lì per un motivo preciso. Non è lì per escluderci da qualcosa, ma per offrirci la possibilità di dimostrare in che misura ci teniamo. I muri di mattoni sono lì per fermare le persone che non hanno abbastanza voglia di superarlo. Sono lì per fermare gli altri".