Leggo del bambino ucciso nel consultorio.
Del bambino ucciso a Treviso.
Del bambino violentato a Roma....
Quanto dolore, quanto terrore, quanto sgomento.
Qualunque ragionamento cade difronte alla violenza su un bambino.
Nessuna colpa.
Nessun debito.
Nessuna offesa.
Solo il fatto di essere cardine di amori incompresi, finiti. Marciti al sole del barcollante vivere quotidiano.
Testimone della pochezza emotiva che contraddistingue le nostre generazioni di ipervitaminici vitelloni e vitellone del 6 politico e del rolex sul polsino e di culture lontane ma invasive incapaci di trovare requie e mediazioni.
Passeggeri inconsapevoli di auto guidate da geniori tirati su a papponi di non è la rai e fan di sos patata.
Osservatori perplessi di adulti che leggono di meno di un libro l'anno...
Quanto poco siamo capaci di serietà.
Quanto poco abituati a cercare di saldare i nostri debiti prima di avviarci alla realizzazione personale che ci promettono gli spot televisivi.
No. Non è vero che NOI VALIAMO.
Non è vero che tu sei sempre la priorità.
Non è vero che la realizzazione personale passa attraverso il disinteresse per le tue creature.
No.
Non è così e non saremo uomini fino a quando accetteremo il fatto che un bambino venga massacrato di botte abbia la stessa rilevanza...o meno...del legamento di Totti.
Non fino a quando lasceremo sgorgare questo urlo di pena dalla pancia del mondo.
Non c'è da discutere, nè disperare.
Solo promettersi che tu no, non genererai altro dolore, terrore e sgomento.
Che amerai e proteggerai a costo della tua vita chi di vita ne ha davanti più di te.
Non fosse che per una legge di economia e di buon senso.
Prima le donne e i bambini, raccomandavano sul Andrea Doria mentre affondava.
Chi da la vita e chi ne ha davanti tanta.
Poi gli altri.
E mantenere la parola.
E dirsi e dire a tutti che nel sangue sprecato di quel bambino c'era anche un po del sangue tuo, dei tuoi figli e di tutti i bambini del mondo.
E ricordarsi che chi salva una vita salva il mondo.
Sempre.
Buon riposo piccoli e perdonateci se potete.
Del bambino ucciso a Treviso.
Del bambino violentato a Roma....
Quanto dolore, quanto terrore, quanto sgomento.
Qualunque ragionamento cade difronte alla violenza su un bambino.
Nessuna colpa.
Nessun debito.
Nessuna offesa.
Solo il fatto di essere cardine di amori incompresi, finiti. Marciti al sole del barcollante vivere quotidiano.
Testimone della pochezza emotiva che contraddistingue le nostre generazioni di ipervitaminici vitelloni e vitellone del 6 politico e del rolex sul polsino e di culture lontane ma invasive incapaci di trovare requie e mediazioni.
Passeggeri inconsapevoli di auto guidate da geniori tirati su a papponi di non è la rai e fan di sos patata.
Osservatori perplessi di adulti che leggono di meno di un libro l'anno...
Quanto poco siamo capaci di serietà.
Quanto poco abituati a cercare di saldare i nostri debiti prima di avviarci alla realizzazione personale che ci promettono gli spot televisivi.
No. Non è vero che NOI VALIAMO.
Non è vero che tu sei sempre la priorità.
Non è vero che la realizzazione personale passa attraverso il disinteresse per le tue creature.
No.
Non è così e non saremo uomini fino a quando accetteremo il fatto che un bambino venga massacrato di botte abbia la stessa rilevanza...o meno...del legamento di Totti.
Non fino a quando lasceremo sgorgare questo urlo di pena dalla pancia del mondo.
Non c'è da discutere, nè disperare.
Solo promettersi che tu no, non genererai altro dolore, terrore e sgomento.
Che amerai e proteggerai a costo della tua vita chi di vita ne ha davanti più di te.
Non fosse che per una legge di economia e di buon senso.
Prima le donne e i bambini, raccomandavano sul Andrea Doria mentre affondava.
Chi da la vita e chi ne ha davanti tanta.
Poi gli altri.
E mantenere la parola.
E dirsi e dire a tutti che nel sangue sprecato di quel bambino c'era anche un po del sangue tuo, dei tuoi figli e di tutti i bambini del mondo.
E ricordarsi che chi salva una vita salva il mondo.
Sempre.
Buon riposo piccoli e perdonateci se potete.
2 commenti:
Seba, che parole.....bravo.
Meritano almeno una riflessione queste povere creature. Non riesco a pensare come di può conficare una lama nel collo di un piccolo angelo che ti guarda limpidi e serene che spero almeno non comprendano.
Buon viaggio cari angeli, vegliate su di noi anche se non lo meritiamo....
C'è una grande malattia nella nostra società, nella società del benessere. E si chiama 'consapevolezza'...
Partiamo da qui, tanto per dirne una: l'ultimo rapporto annuale dell'UNICEF sulla condizione dell'infazia nel mondo dice che ogni giorno ben 26.000 bimbi al di sotto dei cinque anni muoino per cause evitabili come malattie infettive e fame. Praticamente un bimbo ogni 3 secondi.
Conta i secondi ora... non so te, ma io mi sento morire ogni volta.
Non possiamo salvare il mondo, si sa...ma promettere ai noi stessi di non generare altro dolore, essere veramente responsabili in questo. Sono d'accordo con te.
Se il filo è tirato o annodato anche il resto della maglia ne risente.
C.
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