
Oggi ho incontrato Jenny.
Jenny che trema quando ti parla dall’incerto dei suoi venticinque anni e niente diploma..
Jenny che dopo tante rogne ha trovato il coraggio di rimettere tutto in discussione.
Jenny che cerca di trovare il suo posto nel mondo e si dimette da un posto di lavoro che non le dà nulla se non la psoriasi e un gonfiore addominale.
Mi dice che nessuno le ha insegnato nulla.
Che non sapeva che avrebbe trovato gente di traverso, colleghe invidiose della sua bella figura, capi sbattuti dalla crisi e poco sensibili alla sua necessità di trovare un perché al lavoro, alla fatica, alla responsabilità.
Non ha avuto maestri Jenny.
Non ha avuto avvertimenti.
E così oggi ha raccolto il coraggio a quattromani e ha detto addio al posto fisso.
Il cuore e la pancia le dicevano che non era il suo.
Jenny studia la sera, lavora il fine settimana in palestra e al bar per avere un piano B che le salvi la dignità.
Jenny non si lamenta se non per il fatto di non essere ancora preparata ad affrontare il mondo che è come è.
Mi sorride dolce mentre mi dice che adesso si sente forte e che non ha più la psoriasi.
Buon segno.
Io sorrido dentro e fuori e, oltre ai pochi piccoli consigli che le posso dare, prego per lei.
Che ha fatto una scelta dura ma giusta che non so se potrà sopportare sul breve.
Oggi ho incontrato Alberto…o meglio Abdullah in arabo…un uomo nato in Marocco.
Che vive in Italia da tanti anni.
Abdullah è un imprenditore.
Bravo come tanti imprenditori italiani ma con un paio di zavorre.
Il colore della pelle.
L’accento francese.
Un italiano non perfetto e misto a tante parole di veneto.
Mi racconta dei suoi progetti, degli acquisti, delle vendite.
Dei suoi figli nati qui e che ora a diciotto anni non ne vogliono sapere di andare in vacanza in Marocco.
Gli hanno detto che loro non sono marocchini, che non parlano arabo e che lì sono troppo indietro per capirli.
Abdullah sorride mite.
Ha dovuto diventare mite e dà del lei a tutti, ostinatamente, anche dopo vent’anni che ti conosce.
Anche se sei un bambino di otto anni, Abdullah ti da del lei.
Ha capito che qui parte da sotto la media.
Abdullah ha sempre i soldi in contanti pronti.
La prova che lui è affidabile.
Che è responsabile.
Altro che pagamenti a 240 giorni fine mese.
Abdullah per essere solo ascoltato deve sempre pagare tutto prima e prima di tutti.
Abdullah lo fà sorridendo.
Lui non può essere triste altrimenti la gente si insospettisce.
Oggi ho incontrato Graziano.
Graziano mi ha chiesto di trovargli un lavoro come vuole lui.
Io non ho un lavoro per Graziano come vuole lui.
Ho sparso la voce ma i tempi richiedono tempo, più di quello che si chiedeva un tempo.
Graziano si è arrabbiato con me.
Si è arrabbiato con i miei libri.
Si è arrabbiato con gli “ottimisti di merda” che parlano così perché stanno bene.
Graziano mi ha augurato un sacco di brutte cose.
Graziano rimane senza lavoro ma con un grosso peso sull’anima e sullo stomaco.
Non ho risposto.
Nessuno ha risposte pret-a-porter per rispondere ad un problema che nasce da dentro il cervello.
Io a Graziano ho sorriso.
Ho sorriso a Jenny ad Abdullah e poi ho sorriso a Graziano.
Anzi, forse è proprio la situazione che aveva più bisogno di un sorriso.
Non ho nulla da dire a Graziano purtroppo.
Non ho nulla che possa farlo stare meglio.
Graziano ha già deciso e sono troppo vecchio per non sapere che per chi ha già deciso non si può fare nulla.
Forse conoscere Jenny.
Forse lavorare con Abdullah.
Forse proprio niente potrà aiutarlo, nemmeno sé stesso se prima non accetterà il fatto che il mondo ti ritorna ciò che gli dai.
Oggi ho conosciuto tre persone e forse erano solo gli specchi di una sola.
Come sempre c’è tanto da imparare.
Più di quanto ci sia da insegnare
Un'altra giornata vera.